Ultima modifica: 8 Luglio 2020

Mattia Bosoni 3DS

Oggetto: CORONA VIRUS

MATTIA BOSONI     3°Ds                                                                                            22 Maggio 2020, Cinisello Balsamo

Buongiorno Professoressa Elena Preti,

mi chiedevo come stesse affrontando questo periodo alquanto bislacco e di scoperta di nuove paure, sensazioni che si potevano provare solamente in questo modo; e se dovessi confessarmi con lei, le direi che non sono affatto piacevoli…

In questa lettera avevo intenzione di spiegarle come sto vivendo questo momento così indimenticabile e possiamo dire impegnativo, dovuto proprio dal fatto che ci siamo preso la responsabilità di restare a casa per noi, per il popolo italiano, ma soprattutto per i medici che stanno combattendo contro la stanchezza. La voglia infrenabile di rivedere i propri familiari tuttavia c’è il male peggiore, che è proprio il virus, battezzato come CoronaVirus nel mondo scientifico CODIV-19. Prende il nome dalla sua conformazione, è un batterio con un ultimo strato a forma di corona. Professoressa ma lei se lo sarebbe mai aspettato? Che dalla Cina, questo batterio avrebbe infettato tutto il mondo. Nel giro di così poco tempo? È arrivato in Italia, verso fine Gennaio, a Roma, la situazione era sotto controllo, l’esercito italiano era riuscito ad individuare quei pochi cittadini infetti, provenienti proprio dal paese contagiato e dislocarli lontani dalle abitazioni e tentare di assisterli nel più diligente dei modi.

Prof, come sa esattamente anche lei, la vera complicazione è giunta verso Febbraio, quando è stato trovato il paziente 1 in una provincia di Lodi, più precisamente a Codogno. Il ragazzo trentottenne si venne a sapere che era uscito a cena con colleghi di lavoro, proprio provenienti dall’altro Continente. Da quel momento il virus si sarebbe trasmesso con una rapidità incredibile, Codogno sarebbe stata decretata zona rossa e chiusa temporaneamente dai militari e nessuno sarebbe potuto ne entrarvi ne uscirvi. Passarono i giorni e la situazione si intensificò in modo esponenziale, e portò alla chiusura delle scuole per una settimana, poi due e infine a data da destinarsi. Professoressa se devo essere sincero con lei, le prime settimane sono state fantastiche per noi giovani, infatti, si stava fuori tutto il giorno con gli amici. Andavamo al parco, al campetto di Basket sotto casa e infine alla sera ci ritrovavamo tutti insieme a casa di questo amico a giocare ai giochi di società come quando si era piccoli. Sa, so benissimo cosa sta pensando in questo memento: che incoerenti, maleducati e senza consapevolezza di quello che stava succedendo! Ma noi non stavamo vivendo la stessa situazione di voi adulti, noi ci stavamo semplicemente rilassando da tutta quell’ansia e paura di sbagliare che ci trasciniamo tutti i giorni, dovuta magari da compiti in classe, obbiettivi da raggiungere in qualsiasi modo o semplicemente di non rendere orgogliosi i propri genitori, dopo tutto quello che fanno e hanno fatto per noi, sacrifici, sacrifici e sacrifici…

Professoressa, si ricorda il week-end di quando hanno chiuso la Lombardia e decretato tutti i cittadini in quarantena? Ecco io in quei due giorni ero a festeggiare due compleanni, uni dei quali al Parco Nord, non si riusciva a trovare posto per sedersi perché era totalmente pieno; forse tutti ignari di quello che avremmo procurato a tutti. Mi ne pento tanto di essere uscito quel giorno, avrei potuto causare molti danni sia a me che a tutta la mia famiglia, in questo ci vedo un po’ Petrarca sa? Mi sto pentendo delle azioni che ho svolto nel passato, peccato che lui non rischiava di perdere tutte le persone che ama…

Quando sono iniziate le settimane di quarantena, le devo dire che sono stato titubante con le prime lezioni online, pensando che fossero inutili e fraintendibili, ma dopo tutto sono molto piacevoli. Riesco a rivedere i miei compagni e non sono strutturate in modo che qualcuno possa perdere la voglia di seguire, come succede molte volte in classe. Al telegiornale si è sentito che aiutano molto anche quei compagni un po’ più timidi che non hanno il coraggio di alzare la mano per paura di sbagliare, e rischiare di essere deriso dai propri compagni, “sono d’accordo”.

 Lei cosa ne pensa?

Nell’ultima settimana ho visto i miei sempre di più preoccupati, è da non crederci con mio padre che cerca di dare un motivo a questa apocalisse e incredulo di tutti questi morti, non ci possiamo credere. L’Italia è il paese al mondo con più morti, e io continuo a pensare che tutto questo è dovuto anche all’alta percentuale di anziani in Italia, infatti, siamo uno dei paesi con più anziani e con un tasso di nascita molto basso rispetto a diversi paesi Europei.

A cena c’è un ambiente taciturno e introverso, non si può fiatare, si ascolta attentamente il telegiornale con uno sguardo di paura quando arriva il momento cruciale dei morti e delle borse. Non è affatto facile vivere in queste circostanze, dove hai l’obbligo di rimanere a casa senza avere contatti con cari che non vedi da molto tempo, ma si sa che è per il loro bene e per il proprio. A quanto pare c’è ancora qualcuno che non riesce a assimilare questi ordini e decide di muoversi liberamente, quando ci sono i medici che lavorano giorno e notte a tempi ferrati, senza dormire e a volte magiare, solamente per noi.

Volevo ringraziarla per aver letto questa lettera personale su come sto vivendo questo periodo buio, ma ne bisogna essere sempre positivi nella vita e sono sicuro che ne usciremo tutti liberi.

Ci vedremo in video lezione.

                                                                                                                           Arrivederci, da Mattia Bosoni