Ultima modifica: 22 Giugno 2020

Anonimo 2DS

Oggetto: Riflessione

Questo periodo di quarantena è difficile da definire, ma sicuramente un aggettivo che gli si addice è unico. Unico perché nessuno ha mai vissuto una situazione simile e si spera sia l’ultima volta che dovremmo trascorrere un periodo di isolamento. Essendo una situazione mai affrontata, ognuno di noi ha reagito e sta reagendo in maniera differente, ad esempio chi ha un parente impegnato nella lotta al virus in prima linea, o chi ha delle persone anziane o deboli molto vicine a sé, è molto preoccupato per la salute di questi, o chi sfrutta questa quarantena per migliorarsi e per provare a capirsi. Adesso vorrei esprimere la mia opinione personale: stavo attraversando un momento della mia vita molto felice, le giornate passavano senza alcun tipo di pensiero o preoccupazione, poi è arrivato il virus e la quarantena. La mia vita è stata stravolta, ho cambiato tutte le mie abitudini, e non mi riferisco solo a quelle igieniche che penso tutti abbiano cambiato, ma anche nei miei modi di approcciarmi alla vita quotidiana. Nei primi giorni di quarantena ero continuamente nervoso, non ne capivo il motivo ma qualsiasi cosa accadesse, poteva accendere in me un sentimento di rabbia ingiustificata. Ho provato a pensare a quali fossero le cause di questo nervosismo, penso che fosse dovuto ad una specie di nostalgia verso la mia quotidianità. Si, la quotidianità è probabilmente la cosa che mi manca di più, svegliarmi presto, prendere i mezzi, vedere le persone che mi fanno stare bene, i miei allenamenti, la pallacanestro, mi manca tutto questo. Ciò che prima era normalità, si è trasformata in un ricordo, e questo mi ha destabilizzato così tanto da essere arrabbiato con tutto e tutti, perché non avevo una motivazione valida per cui fosse accaduto tutto ciò. Nel corso della quarantena inoltre ci sono stati degli avvenimenti che mi hanno reso molto triste e di conseguenza la mia situazione non è migliorata. Per questo, nell’ultimo periodo, le mie giornate sono state avvolte da un velo di tristezza, non riuscivo più a vivere come una volta, ovvero prima che arrivasse il virus, senza pensieri, e le giornate volavano. Ora sembrano infinite, fatico a farle passare e non trovo più stimoli per intrattenermi e trascorrere il tempo. Perciò, data tutta questa mole di tempo libero, ho impiegato gran parte di questo chiudendomi in me stesso e pensando. È una cosa che non ho sempre fatto, ma tutto questo vuoto l’ho riempito così. Ho pensato davvero tanto, non in merito ad una questione particolare, ma su tanti e diversi argomenti e grazie a questo ho imparato a conoscermi meglio e a capire come sono fatto, come reagisco in determinate situazioni e le mie opinioni in merito a tematiche che non avevo mai approfondito. Per concludere, volevo semplicemente dire che spero che questo periodo finisca al più presto e che si risolva tutto nel modo migliore possibile.