Marco Quatela 2DS
Oggetto: IL COVID 19, UN NEMICO INVISIBILE
Le cose non ci sembrano reali sino a quando non le viviamo in prima persona. Sicuramente non avremmo potuto evitare tutto, ma, conoscendo la situazione in Cina, avremmo potuto prendere provvedimenti. Anch’io vedevo il virus come una minaccia lontana, contenuta, ed io mi sentivo al sicuro, non pensavo che potesse raggiungermi, arrivare persino nella città in cui vivo. Lo abbiamo sottovalutato. Ma cos’è il virus? La mia risposta non sarà scientifica, ma è personale. Il covid 19 è un nemico invisibile, non sai né quando, né come, né se ne entrerai a contatto. Quando accade ciò vivi 14 giorni nel medesimo modo con cui vivi la vita quotidiana ma non sai che all’interno del tuo corpo una grande minaccia sta crescendo, si sta riproducendo e sta diventando sempre più forte. In questi giorni corri il rischio di trasmetterlo alle persone più care a te, quelle persone che sarebbero le ultime a cui augureresti il contagio. Prima del virus la mia vita era al top della felicità; infatti vivevo la scuola con serenità, il basket non mi portava che soddisfazioni, il rapporto tra i miei amici era diventato solido come la roccia ed infine avevo trovato, per la prima volta, una persona che mi piacesse veramente e che ricambiasse questo mio sentimento. Il covid 19 mi ha portato via tutto; è come se mi avesse voluto punire per l’infrazione di eccesso di felicità e spensieratezza. Per prima cosa ho visto perdere la persona che mi piaceva, il basket si è improvvisamente arrestato e il rapporto con i miei amici più stretti è stato ostacolato da questo nemico. Questa è una visione realistica ma molto pessimista del fatto; infatti è giusto dire che, nonostante siano minimi, esistono anche momenti belli da vivere in questo periodo. Cito il fatto che (non ci avrei mai creduto) stare a stretto contatto con i mei genitori è stato molto piacevole, in questo periodo il rapporto tra me e Simone penso che si sia rafforzato di molto. È bello parlare con una persona di cui ti fidi cecamente, con cui scherzi, con cui ti prendi in giro ma poi ti metti a ridere. Ed è lui che devo ringraziare se il mio umore non è andato a pezzi; perché comunque (per quanto è parso a me) non è facile passare da un’immensa felicità al non uscire nemmeno di casa. Simone mi ha dato una grande mano nel farmi capire che nonostante fuori la situazione fosse critica, molteplici erano le motivazioni per sorridere e affrontare la realtà con coraggio. Mi ha fatto ridere quando stavo per piangere, mi ha dato conforto quando pensavo di non farcela, mi ha dato coraggio quando avevo paura e mi ha dato amore e affetto quando ne avevo bisogno. In questo momento sono felice; sono felice perché in questo periodo ho ritrovato molto me stesso, ho imparato a conoscermi e ad amarmi meglio. Sono felice perché nonostante le primitive delusioni, so che, concluso il periodo, sarò in grado di accettare le conseguenze, i cambiamenti. Sono felice perché ho scoperto che molte persone mi vogliono bene. Accettare la realtà sarà un’impresa non facile, ma la voglia di tornare alla vita di tutti i giorni è troppa; non importa quale sarà il prezzo da pagare, ne i sacrifici che si dovranno attuare, non c’è cosa che possa compromettere la libertà.