Laura Robbiati 3BS
Oggetto: Riflessione
Questo periodo contaminato dal coronavirus risulta essere molto difficile da vivere. Si può dire che siamo stati privati di piccole libertà che sono indispensabili, ma questo è solo un piccolo sforzo che ci viene chiesto per far sì che questa situazione finisca presto.
Ciò sarà possibile grazie al lavoro dei medici, degli infermieri, alle donazioni, al nostro modo di comportarci. Infatti anche noi tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per aiutare la risoluzione della situazione, così come c’è stato detto e ripetuto dal primo ministro Conte e dai suoi vari discorsi che sono stati trasmessi dalla tv. Ma la propaganda di questo messaggio è stata fatta anche da altri personaggi politici, da giornalisti, da studiosi ma anche da personaggi famosi. In questa settimana sui social questi hanno postato tanti video che promuovevano l’ashtag #iorestoacasa, ma hanno pubblicato anche tanti post che spiegavano come lavarsi le mani adeguatamente o messaggi incoraggianti. Non solo loro ma anche i social stessi, come Instagram e spotify, inviano notifiche dove ti consigliano di andare a controllare il sito del ministero poiché escono continui aggiornamenti. Queste azioni sono molto importanti perché permettono a tutti di comprendere il pericolo e di non sottovalutarlo come molti ragazzi hanno fatto. Questi magari prima prendevano con leggerezza la situazione perché c’era stata una cattiva informazione, soprattutto sui social, dove si diceva che per i giovani non c’era un vero e proprio pericolo e ci si scherzava su con leggerezza, forse per nascondere la crescente paura che provavano.
Oltre ai post dei personaggi famosi, anche molti infermieri o volontari hanno pubblicato post dove raccontavano la loro storia, pregando noi di stare a casa. Un’ infermiera diceva che lei e i suoi colleghi sono stanchi, fanno turni pesanti, le protezioni pesano sul corpo, ma continuano a fare ciò perché amano il loro lavoro e soprattutto amano aiutare le persone, così come scrive una volontaria della Croce Rossa, la quale afferma che si sente piena di felicità per quello che fa e anche perché sa che ci sono persone come lei pronte a far tutto, senza retribuzione, per aiutarne altre. Così come i medici cinesi esperti di Coronavirus che sono arrivati venerdì 13 marzo qua in Italia per aiutarci a fronteggiare quest’emergenza. È stato un atto molto gentile, come quello della Cina che ci ha donato mascherine, camici, tamponi e molte altre attrezzature mediche. Nonostante ci siano stati episodi di razzismo nei loro confronti, dettati dall’ignoranza e dalla paura, hanno voluto aiutarci comunque. Trovo che sia stato un gesto meraviglioso, ci hanno fatto capire che non siamo soli, abbiamo il loro sostegno e il loro aiuto.
Si sente un sacco di speranza nell’aria da quando il premier Conte ha fatto il suo discorso la sera dell’11 marzo, da quando gli italiani si affacciano ai balconi, la sera, per cantare l’inno di Mameli o qualsiasi altra canzone, da quando ognuno di noi ha preso coscienza della situazione e fa tutto il possibile perché questa finisca presto. Io percepisco questa speranza, un’energia positiva e anche tutto l’amore degli Italiani per questa nostra Italia ed è bellissimo.