Diego Noseda 3HS
Oggetto: Riflessione
Non è facile parlare della quarantena: sarà perché tutti ne parlano o perché tutti la vivono. Prima di questi mesi la parola “quarantena” mi faceva pensare agli astronauti che tornano dallo spazio, non avrei mai pensato di provarla sulla mia pelle. Oltretutto vedere intere nazioni bloccate da un virus in un mondo estremamente globalizzato e dinamico fa un certo effetto; è stato tutto così repentino! Tuttavia ormai la quarantena è diventata la quotidianità, in un certo senso mi sono adattato ai ritmi lenti di questi mesi e per mia fortuna il mio più grande problema è organizzare questo tempo: come ha già scritto Simone, tanta gente è in seria difficoltà in questo periodo di recessione economica, gente che ha seri problemi per la testa o che ha sofferto grandi lutti. Eppure non possiamo fare molto, ognuno tenta di riempire le proprie giornate come meglio può: io personalmente sto pensando molto alla mia vita, a quello che vorrei realizzare, sto scoprendo nuova musica e sto provando a portare avanti le amicizie. Quest’ultima attività mi risulta più difficile: non sono mai stato molto attivo sui social.
Immagino che quest’esperienza mi lascerà qualcosa, lo spero: quando tutto sarà finito magari non darò più la mia libertà come un qualcosa di scontato; sì, ma quando finirà? Non possiamo saperlo: le prime settimane ero molto attento alle possibili date di ripresa ipotizzate dal Governo e dagli scienziati, ma il continuo spostamento di queste date mi ha reso consapevole del fatto che non è prevedibile la fine della quarantena, vivo le giornate senza pensare a quando tornerà la “normalità” e ho trovato che il tempo così scorre un po’ più velocemente.
Ci sono anche aspetti positivi: ho riscoperto la vita in famiglia, c’è tanto tempo per riflettere e dedicarsi ad attività prima trascurate, …ok, non ce ne sono altri.