Carlotta Pretto 3BL
Oggetto: CORONA VIRUS
Ormai tutto il mondo è a conoscenza di questo pericolo che riguarda la popolazione e la sua salute, il corona virus. Quando per la prima volta, domenica 23 febbraio, il sindaco ha annunciato che le scuole e le università di Milano e province sarebbero rimaste chiuse per paura di questa malattia, non tutti avevano compreso la gravità della situazione, e lo ammetto, neanche io. Ovviamente, per noi studenti la prima settimana è stata solo pura vacanza, ma le cose si sono iniziate a complicare e a rendersi più serie poco tempo dopo. La richiesta di evitare luoghi affollati prima, la notizia della quarantena e l’obbligo di stare a casa e di uscire solo per questioni indispensabili poi, penso abbia reso meglio l’idea di quanto potesse essere grave la situazione a tutti coloro che prima la sottovalutavano. Per quanto sia “solamente” un’influenza, questa può non lasciare scampo, soprattutto alle persone più mature e/o più deboli.
Inizialmente, molte persone che conosco sono uscite spesso di casa nonostante la quarantena, non curandosi dei pericoli che correvano. Nessuno si sarebbe mai immaginato che da un giorno all’altro avremmo dovuto essere obbligati a stare chiusi in casa, non vedendo il nostro compagno di classe, il nostro compagno di banco come qualsiasi altro lunedì mattina. Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover indossare una mascherina e sperare di non essere già stato contagiato dal virus, oppure di dover fare la fila per entrare in un supermercato rispettando il metro di distanza dalla persona davanti. E’ una situazione difficile per tutti ma come dicono alla televisione, ciò che possiamo fare è attenerci alle disposizioni e rispettare le piccole accortezze.
Ormai abbiamo tutti iniziato ad avere paura e a sperare che questo possa finire in fretta senza grandi perdite. Sono molti i contagi e i morti in Italia, ma lo sono altrettanto le persone guarite e grazie agli ospedali, ai medici e ai provvedimenti che si stanno adottando, le persone continuano ad avere fede e speranza, ad andare avanti e pensare al futuro. Mi auguro che tutto questo possa finire velocemente, che qualcuno trovi una soluzione per tornare alla nostra quotidianità: stringersi la mano, abbracciarsi o starsi vicino, e che tutto questo non riporti un esagerato numero di vittime.