Ultima modifica: 10 Giugno 2020

Anonimo 1HS

Oggetto: INTERESSE

Il contagio arriva dalla Cina. Passa attraverso la fitta rete di contatti e di scambi che lega l’Oriente all’Occidente, si affaccia sul Mediterraneo, raggiunge l’Europa continentale. Qualcuno reclama a gran voce la chiusura delle frontiere: bisogna sigillare i confini per impedire al morbo di diffondersi. Ma l’epidemia sembra inarrestabile, la paura dilaga in tutto il mondo. Il morbo invisibile, il contagio che si diffonde in maniera misteriosa e inarrestabile, suscita da millenni un terrore che non sempre è razionale. L’idea del contagio porta da sempre con sé un carico di inquietudini irrazionali. E genera anche il desiderio di trovare un capro espiatorio, un colpevole a cui attribuire l’origine del male: i turisti cinesi presi a male parole o bersagliati a colpi di sputi sono solo le ultime vittime di una millenaria caccia all’untore. In questi giorni vivere la vita non è semplice, soprattutto per tutti i medici e tutti gli infermieri che stanno combattendo per sconfiggere questo virus. Noi cittadini dobbiamo collaborare e cercare, come già dicono, di stare in casa il più possibile per non provocare un’ulteriore espansione del virus e ridurre così i morti. Per me vivere in “quarantena” non è semplice perché sento il bisogno di passare del tempo all’area aperta, di vedermi con gli amici o i compagni di scuola, di praticare sport ma anche di andare a fare una passeggiata al parco. Non è facile stare tutto il giorno chiusi in casa a fare sempre le stesse cose, ogni giorno, però comprendo il momento difficile e la situazione critica che stiamo vivendo e rimango a casa per non aiutare al virus di diffondersi.